domenica, luglio 08, 2007

Il Tar ha accolto i ricorsi presentati dalle strutture sanitarie private Cattolica di Campobasso, Neuromed di Pozzilli e Igea di Isernia accogliendo la richiesta di sospensiva del provvedimento con il quale la giunta regionale ha previsto i tagli dei posti letto nelle strutture sanitarie molisane.

Il provvedimento prevedeva una riduzione su base regionale e in tutte le strutture sanitarie, pubbliche e private, di circa 350 posti in tre anni. Era previsto il taglio di 39 posti letto ordinari alla Cattolica, di 14 posti letto ordinari al Neuromed e di 71 posti letto ordinari all'Igea. Tagli che, secondo la tesi dei legali, stravolgevano i piani finanziari delle tre strutture e il budget a loro disposizione. Secondo i giudici amministrativi le strutture ricorrenti, essendo Istituti di cura e ricerca a carattere scientifico o ad alta specialistica, non potevano essere sottoposti ai tagli decisi dalla Regione Molise. Con i tagli previsti dalla Regione sarebbe stato messo a rischio l'equilibrio finanziario delle strutture che dipende proprio e in modo diretto dal numero di prestazioni specialistiche effettuate. Per i giudici amministrativi "è necessario un riesame della posizione delle strutture ricorrenti alla luce dei seguenti elementi prodromici che non pare siano stati adeguatamente approfonditi: effettivo utilizzo dei posti letto, riferito non solo alla struttura nel suo insieme, ma altresì ad ogni singola sua articolazione, comunque denominata; considerazione della peculiarità della struttura, con riguardo ai servizi sanitari offerti ai cittadini (d'eccellenza e/o assicurati in forma esclusiva nell'ambito regionale) e correlativamente all'utenza dei servizi stessi (regionale ed extraregionale), nonché alle attività di ricerca scientifica e di formazione universitaria". Una sentenza clamorosa, che boccia le scelte della giunta regionale che, da quanto si evince vengono ritenute quantomeno approssimative, e ne mette in discussione le capacità di fare scelte tecnicamente competenti. Infatti chi si è occupato di predisporre questo provvedimento avrebbe dovuto sapere ciò che prevedono le normative, che richiedono, secondo quanto disposto dal Tar, motivazioni più dettagliate e valide nel caso di tagli di questo tipo. Tra l'altro è stato in sostanza confermato il giudizio secondo il quale il provvedimento della giunta regionale è confusionario e non rispondente ad alcuna programmazione regionale. Ha giocato molto, nella scelta dei magistrati, l'assenza di un piano santario regionale. Ma la decisione del Tar avrà anche altri risvolti. Infatti la giunta regionale del Molise, nel caso in cui la sentenza dovesse essere confermata anche in secondo grado, per far quadrare i conti e, quindi, mantenere in piedi il piano di rientro del deficit sanitario che è alla base dell'accordo con il governo nazionale, dovrà "trasferire" i tagli che non potrà effettuare a Cattolica e Neuromed su altre strutture. A meno che non si trovino motivazioni giuridicamente valide per confermare i tagli alle strutture private, impresa complicata. Ed è facile prevedere che questi 124 posti ordinari (quelli che producono maggiori introiti, anche se, con la compensazione con i posti in day hospital, i tagli complessivi previsti sono 93) da "cancellare" saranno tagliati ad ospedali pubblici. A meno che l'esecutivo non riesca ad individuare altre forme di riduzione della spesa che coprano l'economica che si sarebbe ricavata con il taglio di questi posti letto. Non è dato sapere, invece, se la sentenza del Tar avrà riflessi immediati sull'intesa con il governo nazionale. Dalla giunta regionale fanno sapere che il pronunciamento dei giudici non intacca l'impostazione generale del piano di rientro del deficit sanitario. Intanto, secondo indiscrezioni, alcuni rappresentanti del centrosinistra in Consiglio regionale si appresterebbero a chiedere le dimissioni dell'assessore al ramo, Ulisse Di Giacomo, o addirittura a presentare una mozione di sfiducia individuale nei suoi confronti.

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