domenica, giugno 17, 2007

Travaglio a Bojano

fonte AltroMolise

'D'Alema e Iorio parlano la stessa lingua'
2007-06-16 17:03:07 di RITA IACOBUCCI - Travaglio a Bojano: "D’Alema e Iorio parlano male dei giornalisti quando questi fanno il loro dovere. La legge Mastella è una legge vergogna".

La sala del Pleiadi’s è stracolma, difficilmente lo è stata così a Bojano, tradizione conservatrice e moderata, per un’iniziativa di un partito della sinistra. Marco Travaglio è riuscito a riempirla. La scomparsa dei fatti, il titolo dell’incontro organizzato da megacheap di Isernia e dalla sezione Ds di Bojano.
Le intercettazioni di D’Alema, Fassino, Latorre, che parlano con Ricucci e Consorte della tentata scalata della Unipol alla Bnl. Il presidente della Regione Molise che definisce “certa stampa” spazzatura. Una settimana di intenso dibattito, a tratti infuocato. Minacce di denunce e diritti della persona tirati in ballo. Diritto all’informazione minacciato e interessi forti anche nel campo editoriale.
Il giusto terreno per preparare l’intervento di Travaglio. Secco e asciutto come sempre, lineare nell’esporre le sue teorie. La polemica che contrappone Iorio ai giornalisti molisani è il dato peculiare, territoriale, da cui partono le domande dei giornalisti che lo intervistano prima che inizi il dibattito.
“È la voglia della politica di fa scomparire i fatti. In America si dice che i politici non sono pagati per parlare dei giornalisti, mentre i giornalisti sono pagati per parlare dei politici.”, risponde a chi gli chiede se le polemiche relative alle intercettazioni e le definizioni del Presidente della Regione significhino già la scomparsa dei fatti.
“I politici dovrebbero rassegnarsi che la stampa si occupi di loro”, ha proseguito, “invece vedo che da D’Alema a questo signore qui che non so nemmeno come si chiami ( Travaglio intende Iorio, la domanda gli era stata posta con “il Presidente della Regione”, senza specificarne il nome, ndr) parlano dei giornalisti e di solito ne parlano male quando fanno il loro dovere. Mentre quando non lo fanno e gli si inginocchiano davanti reggendogli il microfono e non facendogli le domande, quei giornalisti lì piacciono sempre”.
Immediata la domanda sulla legge Mastella, su cui Travaglio non ha mezzi termini e ribadisce il suo giudizio, già espresso nella trasmissione “Anno Zero” di Michele Santoro
“La legge Mastella è un legge vergogna che si differenzia da quelle di Berlusconi soltanto perché si chiama Mastella e non Castelli, se si cambia una vocale e una consonante il risultato è lo stesso. È una legge che vieterà ai giornalisti di raccontare tutto ciò che c’è nelle indagini fino a che queste non sono finite. Quindi consentirà ai magistrati che insabbiano le inchieste di lavorare per tre anni di nascosto e lontano dal controllo dell’opinione pubblica e consentirà ai politici o ai potenti coinvolti in certi scandali di non far conoscere niente di quello che hanno combinato se non dopo anni e anni da quando i fatti sono stati commessi e scoperti. Con la legge Mastella non avremmo saputo nulla di Calciopoli, Vallettopoli, Bancopoli. E di Tangentopoli avremmo saputo solo dopo molti anni.”.


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