mercoledì, marzo 28, 2007

Processo contro la Laterlite di Bojano

dal Quotidiano del Molise del 28 marzo 2007
Le dichiarazioni del perito nominato dal giudice Falcione, nel processo penale contro la Laterlite, hanno fatto accapponare la pelle ai cittadini di Bojano e dei paesi limitrofi presenti in aula assieme ad esponenti della Falco. Il giudice, Giovanni Falcione, ha interrotto la lunga esposizione del perito Rabiti। “Perché – ha domandato – lei parla di inceneritore e di incenerimento?”
La risposta del perito ha ammutolito l’aula. “Perché i rifiuti pericolosi normalmente dovrebbero essere smaltiti in un apposito inceneritore”. Non contento, Falcione ha incalzato. “Abbiamo un’attività che, dal punto di vista economico, è finalizzata alla produzione di argilla. Lei parla invece di un inceneritore. Vi è stata forse un’alterazione, un processo deviante rispetto alla struttura e al processo originario?”. La risposta affermativa di Rabiti è stata sostenuta da argomentazioni ineccepibili. Dall’esame del tipo di rifiuti utilizzati (“ripeto, rifiuti pericolosi”, le affermazioni del perito) è emerso che venivano immessi quei rifiuti con un potere calorifero inferiore. Non ci vuole molto a capire che, se i rifiuti utilizzati non avevano poi questo gran potere calorifero, non li si bruciava per produrre argilla, ma semplicemente per smaltirli. Quindi, un inceneritore. Come volevasi dimostrare! Che bruciava rifiuti pericolosi senza che la popolazione ne fosse a conoscenza, e addirittura in dispregio della legge, mediante atti “falsi” e autorizzazioni “illegittime” secondo le dichiarazioni di Rabiti.
In base a quando emerso dall'indagine del perito siamo venuti a conoscenza di questa sconcertante notizia, ormai nota a tutti i cittadini residenti nei comuni limitrofi all'azienda, ma che necessitava ancora di una conferma.
A tal proposito mi viene naturale pormi una questione riguardo alla problematica dell'impatto ambientale. Nelle dichiarazioni del perito si parla di inceneritori, vogliamo aprire una piccola parentesi a riguardo.
Gli impianti nati per essere inceneritori, e quindi a norma di legge, rilasciano nell'aria polveri sottili. In genere più sono alte le temperature di combustione e più aumenta la frazione di particolato fine e ultrafine. Tali polveri sottili sono nocive a causa delle loro piccole dimensioni e del fatto che con sé possono trasportare, tramite fenomeni chimico-fisici quali l'assorbimento, materiali tossici e nocivi residui della combustione, come idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, metalli pesanti e diossine, pericolosi perché persistenti e accumulabili negli organismi viventi (Per chi non lo sapesse tra i disturbi attribuiti alle polveri sottili vi sono patologie acute e croniche a carico dell'apparato respiratorio: asma, bronchiti, enfisema, allergia, tumori, ecc).
Ora, se un inceneritore a norma di legge provoca tutti questi danni, non oso immagginare cosa esce da una ciminiera di una azienda che doveva produrre in teoria argilla, e che invece bruciava sostanze tossiche. Gia nel consgilio regionale del 22/10/2002 si era discusso la proposta da parte della laterlite di tramutare lo stabilimento, per il il recupero dei rifiuti pericolosi. "L'allora consigliere Angelo Pio Romano (Gruppo Democrazia Europea) aveva lamentato che solo quando ci sono timori per l'inquinamento dell'ambiente vengono in discussione i problemi dell'area matesina e che quando è iniziata la produzione di argilla espansa da parte della Laterite, il processo era attivato ad una temperatura di oltre 800 gradi e che egli, allora Sindaco, pretese la verifica del processo produttivo constatando che a quella temperatura non poteva escludersi alcuna ipotesi di inquinamento e concordò che il trattamento del materiale avvenisse a 1200° con notevole riduzione degli elementi inquinanti. Noi vogliamo, ha concluso il Consigliere, che la Laterite rimanga un'azienda che produce e crea occupazione e per questo occorre che venga stabilito sul suo processo produttivo un monitoraggio continuo, 24 ore su 24, gestito dal Comune."
Questa notizia ci rincuora, se questo dovesse essere stato all'epoca della suddetta amministrazione, l'unico criterio per essere certi di non nuocere alla salute dei cittadini, ci rincuora il fatto di aver respirato per tutti questi anni la nostra pulitissima aria, ci rincuora il fatto che tutti i casi di gravi mallattie che anno colipito le persone che abbitano nella nostra pianura (alcune di queste anche giovanissime) debbano essere solo coincidenze.
Vogliamo che giustizia sia fatta, e attendiamo con ansia il prossimo 4 maggio, data in cui è stata fissata la prossima udienza.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Porci maledetti