sabato, marzo 10, 2007

Bilancio di un quinquennio di attività, dell'Associazione Falco


di Alessio Papa

Un nobile esemplare di falco si staglia lontano sullo sfondo volteggiando vigile sulla vallata sottostante; dall'alto della sua regale forza si avvicina maestoso e guardingo librandosi sul logo dell'associazione. E' quanto appare nella home page del sito web della libera associazione per la tutela socio ambientale "Falco" di Bojano. Il falco sembra placido ma è scaltro, pronto a "cavalcare", "scivolare" e "schiumare" impetuoso sulla preda per poi tornare a "sorare"; sono tutti termini propri della falconeria, antichissima arte introdotta dai mongoli ben 2000 anni avanti Cristo, indicanti l'indole di questo rapace che vive in perfetta simbiosi con l'ambiente che lo circonda. Non poteva scegliere animale più degno l'associazione "Falco", quale proprio simbolo, quale espressione della propria voce. La voce di questa associazione è peraltro la voce di tutti quei cittadini che hanno a cuore la tutela e la salvaguardia del patrimonio ambientale, la tutela della qualità della vita, e che sono stanchi dei soprusi di certi signorotti che considerano l'ambiente come cosa propria. Proditorio è lo slogan "Non abbiamo ereditato la terra dai nostri padri, ma l'abbiamo presa in prestito dai nostri figli", espressione della cultura degli indiani nativi d'America, molto più attenti di noi occidentali alla salvaguardia dell'ambiente. Questa voce ha iniziato a farsi sentire in maniera organica e strutturata sin dal 12 novembre 2001, quando uno sparuto manipolo di coraggiosi ha posto le basi della nascente associazione. Il raggio di azione del sodalizio si è vieppiù esteso grazie al contagioso attivismo ed alla grande caparbietà dei soci fondatori, che con il loro entusiasmo hanno sensibilizzato molti cittadini alle problematiche socio-ambientali. Saverio Perrella, don Michele Austro, Antonino De Siata, Alfonso Mainelli, Biagio Perrella, Gianni Marro, Giovanna Perrella, Roberto Perrella, Paola Romano, Giovanni Perrella, Mario Perrella, Liberatore Natale, Ennio Manfredi Selvaggi, Domenico Perrella, Alberto Carlucci, Sergio Perrella, sono alcuni degli artefici di questo straordinario fenomeno. Un movimento associativo lo si può valutare dall'impatto che suscita tra la gente comune, e certamente quello dell'associazione "Falco" è stato ed è tuttora notevole. Basti pensare al numero dei soci che nel giro di qualche mese è giunto a 200 per stabilizzarsi attualmente ad oltre 500 unità, con un numero più che doppio di sostenitori; basti pensare alle iniziative adottate, alle tante battaglie portate avanti nell'interesse della comunità. L'attenzione dell'associazione si è rivolta prevalentemente alle tematiche dell'inquinamento ambientale, vigilando attentamente sulle attività di due aziende insediate nel territorio, la Laterlite e la Itam, verificando con le autorità preposte il rispetto dei parametri delle normative a tutela dell'ambiente. Il colloquio con le istituzioni, non sempre sereno, è stato da parte dell'associazione continuamente improntato all'apertura e non alla difesa di posizioni precostituite. Si è detto del simbolo, falco e non colomba, perché quando occorre bisogna tirar fuori gli artigli, soprattutto quando gli interlocutori istituzionali non collaborano, cosa questa che sicuramente ha dato fastidio, tanto che qualcuno ha cercato di imbrigliare l'azione della "Falco" fomentando accuse strumentali. La crisi e la successiva chiusura dell'impianto dell'Itam e la non proprio rosea situazione della Laterlite, con le ovvie deleterie conseguenze sul piano occupazionale, non sono in alcun modo da collegare con le richieste di verifiche ambientali e con la costante vigilanza esercitata dalla "Falco". Sta di fatto che ciò è proprio quanto qualcuno ha voluto far credere alla gente. Non è pleonastico ricordare che l'associazione non ha scopo di lucro, non riceve alcun contributo e non ha alcun potere effettivo, ha solo un grosso potere di fatto, che è quello di muovere le coscienze e di far ascoltare la voce del popolo. D'altronde se bastassero le pressioni di una piccola associazione come la "Falco" per far chiudere fabbriche inquinanti e pericolose, sicuramente l'aria, l'acqua ed il sottosuolo della nostra penisola sarebbero molto più puliti. Uno dei concetti basilari propagandati dall'associazione è peraltro proprio lo "sviluppo sostenibile", quindi occupazione e lavoro ma nel rispetto dell'ambiente, concetto questo di difficile comprensione per molti amministratori pubblici. L'associazione si è battuta molto anche per la raccolta differenziata dei rifiuti, prendendo contatti con due tra i comuni più virtuosi d'Italia sotto questo profilo (Vairano Patenora e Grottaglie), e cercando, invano, di esportare il loro modello a tutti i paesi dell'area matesina; non sorprende quindi apprendere che recenti sondaggi assegnano al Molise la maglia nera nel campo della raccolta differenziata. Ma l'associazione ha posto al vaglio della sua attenzione anche altre problematiche legate all'ambiente intervenendo sulla questione del digestore nella zona di Campochiaro, dell'ossidoriduttore a Vinchiaturo, del turbogas a Termoli, dell'elettrosmog, dell'isola ecologica, della sistemazione degli spazi per le pubbliche affissioni, della sicurezza delle scuole, della sostituzione della rete idrica in amianto. Tutte tematiche che coinvolgono la salute dei cittadini, come la "scottante" richiesta di una indagine epidemiologica sulla percentuale dei casi di tumore nella zona matesina, avanzata non solo dalla "Falco" ma da molti altri cittadini e dalla stessa amministrazione comunale, che mai ha avuto risposta dalla Asl. La preoccupazione è che i dati confermino il sentore popolare di una eccessiva "sospetta" incidenza di neoplasie nella zona. Sono stati organizzati numerosi convegni pubblici e dibattiti di approfondimento su tematiche socio-ambientali, sono stati avviati contatti di collaborazione e condivisione con molte associazioni operanti sul territorio quali, l'A.sic, l'A.Di.Con, i comitati civici di Castellone, Civita, e Bosco Popolo. L'associazione è stata ricevuta dai massimi organi di informazione regionale e dai massimi organi istituzionali, provinciali, regionali e nazionali, non ultimo il ministro dell'Ambiente Matteoli. A fronte di questo attivismo si è imputato all'associazione di essere politicamente schierata, accusa totalmente infondata, come si evince con chiarezza dallo statuto, oltre che dall'inequivocabile atteggiamento di tutti i soci fondatori, sempre equidistanti dall'una come dall'altra parte politica. Si è anche cercato di tacciare l'associazione di intransigenza, di eccessivo protagonismo e di scollamento dalla realtà. Non si può ritenere la "Falco" una associazione non equilibrata e non realista, ma anzi il contrario, oltre ad essere una associazione che "dice quel che pensa" e "pensa quel che dice", cosa rara in un panorama istituzionale che fa del trasformismo, della diplomazia e del cerchiobottismo la sua esigenza primaria. Non che non si possa distinguere all'interno dell'associazione i falchi dalle colombe, ma il tutto in un clima armonioso e rispettoso della dialettica democratica e delle superiori esigenze comuni. Nella sua quinquennale storia al timone dell'associazione si sono alternati il parroco don Michele Austro, l'avv. Valeria Fracassi, il dott. Liberatore Natale, e l'attuale presidente Gianni Marro, i quali, coadiuvati dal Direttivo e dalla storica consulenza di un gruppo di legali tra cui gli avvocati Mainelli, Manfredi e Piparo, hanno egregiamente governato l'associazione spendendo la propria faccia per il bene comune. Doverosa è una citazione per l'instancabile Saverio Perrella che ha perfettamente coordinato l'attività dell'associazione, svolgendo una funzione polivalente e di vicariato nelle fasi di transizione. L'associazione ha inoltre organizzato diverse escursioni alla scoperta delle bellezze naturali della nostra regione e di regioni limitrofe, essendo la "Falco", tra l'altro, quotidianamente impegnata a promuovere uno stile di vita più genuino e più incentrato sulla persona. Totalmente positivo è quindi il "consuntivo" del primo quinquennio di attività dell'associazione "Falco" alla quale si augura di divenire un "hagard" ossia un falco in avanti con gli anni secondo la terminologia della falconeria, ma sempre attento e vigilante.

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